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La cattura da parte dei tedeschi

 

Si avviarono per occupare il ponte sull'Erenik, affluente del Drin, zona che Mauro conosceva bene in quanto vi aveva fatto un turno di guardia. Arrivarono a Priznen prima degli albanesi. Qui li attendevano con le loro autoblindo i tedeschi che li catturarono e promisero loro di portarli in Italia (cosa naturalmente falsa). Se gli italiani avessero capito la situazione, li avrebbero potuto sopraffare senza problemi, visto che erano molto più numerosi. Soggionarono per poco più di una settimana a Priznen, per poi andare in Germania, ad Hourosevach. I tedeschi, che li avevano disarmati, riarmarono i plotoni con sei fucili per plotone, con relative munizioni, con lo scopo di potersi difendere da eventuali attacchi di partigiani albanesi e raggiungere la stazione di Hourosevach. Nel trasferimento da Priznen a Hourosevach, un soldato fu ferito di striscio al ventre, anche se non in maniera grave. Mauro fermò una camionetta tedesca che passava di lì, i cui occupanti presero a bordo il ferito. E' nitido il ricordo del saluto del giovane soldato ferito che, probabilmente, si salvò.

I tedeschi poco si curarono del vettovagliamento durante il viaggio, che durò, a tappe forzate, cinque giorni. Da buoni italiani, riuscirono a cibarsi con quello che trovavano negli orti e nei casolari lungo la strada. Naturalmente, i limiti igienici di questa alimentazione, compresa la necessaria acqua da bere, procurarono forme viscerali assai fastidiose. Con un sospiro di sollievo, i militi si schierarono davanti a un convoglio di carri per il trasporto di carbone, scoperti, e provarono a riposare sull'unica coperta che ciascuno di loro possedeva, con la protezione dell'unico telo da tenda che, per fortuna, avevano conservato. In piena notte iniziò il viaggio attraverso la Jugoslavia. Videro le stazioni di Lubiana, Zagabria e Belgrado, che avevano già toccato all'andata. Li fermarono per due gioni in un binario morto. Qui sperimentarono veramente cosa significasse la F A M E, perchè non venne distribuito loro alcunchè. Quando si rimisero in movimento, li avviarono verso la stazione di Innsbruck e in questo tragitto sperimentarono come si viaggia quando il tempo si mette a pioggia. Per ripararsi, stesero i teli da tenda, perchè per lo meno l'acqua non sferzasse i loro visi, di notte, senza pietà. Nella stazione di Innsbruck conobbero quale sarebbe stato il loro destino. I vagoni furono cambiati con quelli coperti, mentre i treni presero la via del Nord. Diedero loro viveri per tre o quattro giorni: dei salsicciotti di fegato d'oca e una doppia razione della quinta parte della pagnotta (cioè una pagnotta da dividere in cinque, anzichè in tre). Immaginate la sofferenza per non poter mangiare tutto e subito!

I "custodi" tedeschi li avevano rassicuratidel fatto che il loro treno era diretto in Italia. Dovettero però accettare la loro sorte quando si accorsero che, invece, si prendeva la via del Nord. L'arrivo alla stazione di Vienna confermò loro che il viaggio era verso l'Europa del Nord. Diedero loro da mangiare solo due volte, nelle due sole fermate del treno. La fermata alla stazione di Vienna fu "celebrata" da una "cacata" generale. Così sperimentarono cosa significava aprire i vagoni piombati e permettere ai 2000 ufficiali di soddisfare i loro bisogni corporali: lo spettacolo che si presentava a chi passava era quello di 2000 culi di ufficiali, pronti nella loro funzione di defecazione. Di stazioncina in stazioncina, di binario morto in binario morto, andarono sempre più verso Nord. Qualche volta, durante il viaggio, diedero loro anche da mangiare. Una notte, il treno si fermò in una stazione. Furono aperti i vagoni e si sentì gridare: "Raus! Raus!" ("Fuori!, fuori!"). Si trovavano a Treviri, nel bacino della Ruhr. Riattraversarono l'Ungheria, i campi della Ruhr e la Germania. Oltrepassarono Berlino, col treno che viaggiava a grande velocità, perchè c'era un allarme aereo. Durante il viaggio, un soldato che era sul treno, in una fermata lungo la strada, si arrampicò su un albero per cogliere una mela. La sentinella tedesca lo uccise senza pietà. Portarono il morto con loro fino a quando fu possibile scaricarlo dal treno.