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Il "Prometeo"

 

L'idea di realizzare dei pannelli in occasione del decennale della fondazione dell'Università di Basilicata fu ventilata in occasione di una riunione tenuta nel Rettorato della stessa e fu da me accettata con cauto entusiasmo. Mi rendevo conto delle difficoltà che avrei dovuto affrontare per realizzare un'opera di così complesso impegno quale mi si presentò subito innanzi nel modo più chiaro. Impresa indubbiamente affascinante che, pensavo, avrei anche avuto tempo di elaborare, sia come concetto che come mezzi tecnici, nei molti mesi che mi stavano davanti prima della consegna dell'opera.

Effettivamente, realizzare un'opera che mi si presentava alla mente come un racconto ad episodi connessi allo svolgersi di eventi che, partendo dall'ambiente contadino-artigiano si evolvesse verso nuove forme di vita associativa-lavorativa più avanzate, mi sembrava un modo corretto di affrontare l'impegno assunto. Mi soccorreva, all'inizio del lavoro, la consapevolezza che le esperienze passate mi avrebbero consentito, col sussidio delle informazioni attinte alla larga letteratura disponibile, di formulare un progetto di lavoro lineare dal punto di vista concettuale, ma complesso e problematico dal punto di vista formale. Soprattutto, il rapporto che una istituzione culturale socialmente importante e di indubbio peso quale quello che l'Università ha esercitato ed esercita, non andava trascurato, anzi, andava sottolineato. Con ciò, intendo riferirmi all'inserirsi di questa istituzione in tale processo evolutivo complesso ed articolato.

Mi sembrò naturale avere un punto di partenza centrale, e perciò catalizzatore, che mi accadde di trovare nella mitica figura del Prometeo quale simbolo dell'aspirazione dell'uomo alla conoscenza, in modo che, da quel punto e intorno ad esso, ruotassero i simboli delle due diverse epoche oggetto della narrazione. Intendo riferirmi ai diversi episodi raffigurati: l'aratura, la messe, l'interno, i simboli delle stagioni con un punto centrale rappresentato dalla presenza del magico (De Martino). Poi, con l'immagine del tempio greco, la processione, la mano dell'uomo, il fiore, la terra, quindi il passaggio al lavoro meccanico, alla costruzione della città ed i volti degli uomini del nuovo status.

Dall'altro lato del pannello i simboli della scienza e, legati a questi, i camini dell'industria, i solchi delle autostrade e, tra i fumi, il nero uccellaccio che fa da contraltare alla bianca colomba che vola, simbolo di speranza.

Il Prometeo