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Dalla rivista "Prospettive Meridionali - 1958

di Leonardo Sinisgalli

 

Masi è venuto da poco a rinforzare la schiera dei pittori lucani. E' l'ultimo arrivato, a tutt'oggi, e senza dubbio la sua personalità fa già un certo spicco. Non è un ragazzo. Ha più di trent'anni.

Nato a Potenza, vive a Rivello dove fa il professore di francese in una scuola di avviamento. E' l'unico pensionato di una vedova contadina che deve trattarlo molto affettuosamente. Difatti Masi non sogna di cambiare vita e abitudini. Fa ogni tanto una capatina a Roma, così come Cezanne ogni tanto partiva dalla Provenza per Parigi. (...)

La tavolozza di Masi è ancora contadina, la sua ottica ancora ingenua; Masi può leggere con gusto e profitto i vecchi trattati, riscoprire la prospettiva e il chiariscuro. Ma già lo tocca il brivido del plein-air, già comincia a sconvolgere i contorni delle cose e a "tradire" le apparenze. Non avremo da lui nè vedute nè cartoline nè idilli nè arcadie. La pittura di Masi ha una dura scorza. E il suo segno, che per ora è la sua conquista più certa, ci fa molto ben sperare degli sviluppi della sua opera. Si potrebbe facilmente attaccare alla sua pittura l'etichetta del realismo. Ma ho l'impressione che Masi voglia andare più lontano, non fermarsi al documento e neppure slittare verso lo stucchevole formalismo.